Sincronia, diacronia e storia
L’opera forse più importante nella teoria linguistica di Eugenio Coseriu è Sincronía, Diacronía e historia (“Sincronia, diacronia e storia”) in cui si introducono non solo i principi fondamentali per una descrizione dell’evoluzione linguistica, bensì anche, globalmente, gli altri principi della sua teoria di studio del linguaggio.
Similmente a quanto avviene anche in altri scritti dello stesso periodo, il saggio prende il via da una posizione critica verso le teorie saussuriane; nel caso specifico si tratta di una critica alla dicotomia sincronia vs diacronia, la quale è ispirata alla primaria assunzione dell’impossibilità di risolvere la questione dell’evoluzione linguistica partendo dal punto di vista della langue.
In questo intento, Coseriu si richiama ad Humboldt, Hegel ed Aristotele. Della teoria humboldtiana mantiene l’opposizione, già introdotta da Aristotele, fra energeia ed ergon, mentre si rifà ad Hegel la concezione dell’uomo come essere storico. La lingua non è ergon “opera, prodotto”, bensì energeia, “attività” dell’uomo, quale individuo creativo e creatore di segni.
A giudicare da questo punto di vista non è dunque lecito porre la questione del perché le lingue si evolvano. Le singole lingue non sono entità stabili che mutano per chissà quale motivo: le singole lingue non sono altro che l’oggettivazione storica del parlare concreto e dunque l’evoluzione delle stesse si può in essenza spiegare alla luce di una descrizione di questo parlare concreto e delle finalità cui l’attività locutoria dell’uomo è tesa.
La questione dell’evoluzione linguistica è altresì da porsi dal lato opposto, ovvero: perché i locutori non creano ogni volta la lingua ex novo?
La risposta di Coseriu a tale domanda implica il concetto di storicità. Una lingua è quella che è e non altrimenti perché in essa si manifesta l’essere accidentale dell’uomo; attraverso la storicità degli avvenimenti l’uomo ha assunto in sé la lingua ed è divenuto parte di essa.
A differenza dello studio della storia della lingua, la diacronia consiste nella considerazione di singole proiezioni, in cui vengono considerati diversi stadi dell’evoluzione linguistica uno dopo l’altro.
Questo tipo di considerazione però non corrisponde all’idea di evoluzione linguistica. L’evoluzione vera e propria non è rappresentabile attraverso una successione di singole proiezioni o nell’accostamento di diverse langue, bensì nella storia della lingua.
A quest’ultima spetta un posto a parte, quale disciplina a sé stante accanto alla grammatica storica. Mentre nella rappresentazione diacronica di studi di grammatica storica ci si avvale di un mero accostamento di astratti stadi linguistici, nello studio della storia della lingua si tratta di considerare processi evolutivi come attività creativa dell’individuo, la quale è alla base dei singoli stadi diacronici e ne è causa. Ciò che si considera sono innovazioni nel parlare concreto di un individuo, così come l’assunzione di queste innovazioni da parte di altri individui, i processi di selezione fra diverse forme in una comunità linguistica ed infine i diversi tipi di generalità di un dato linguistico, vale a dire da una parte la generalità estensiva, ossia la generalità di una certa comunità e dall’altra parte la generalità intensiva, ovvero la generalità di un dato linguistico in un certo sistema.
Sincronía, diacronía e historia. El problema del cambio lingüístico, Montevideo; pure in RFHC 15, 1957, pp. 201-355; stampa fotomeccanica Tübingen, 1969.