Determinazione e dintorni

Determinazione e dintorni

Nel “Romanistisches Jahrbuch” viene pubblicato nel 1955 il saggio “Determinación y entorno”, un testo tratto dal manoscritto inedito Teoría lingüística del nombre propio. Qui si trova abbozzata la linguistica del discorso, che in primo luogo si allontana dal dogma saussuriano, secondo il quale la linguistica dovrebbe in linea di principio porre tutte le questioni da partire dal punto di vista della langue. Nella linguistica del discorso si tratta di questioni di natura linguistica a partire primariamente dal parlare concreto: anziché prendere come punto di riferimento la langue bisognerebbe rifarsi al pricipio al parlare concreto e considerare questo come principio normativo delle altre istanze”. Questo saggio si può considerare come un riassunto della teoria linguistica del discorso e come una prima bozza della teoria linguistica del testo. Principale tema di riferimento è qui la determinazione e da esempio servono a questo proposito in prima istanza i nomi propri, inoltre, in aggiunta alla classificazione delle diverse possibilità di determinazione linguistica, viene fornita una descrizione dei singoli campi linguistici. Per quanto riguarda la determinazione, e precisamente la determinazione nominale, Coseriu distingue diverse operazioni di attualizzazione di un segno linguistico virtuale: l’attualizzazione, la discriminazione, la delimitazione e l’identificazione. Attraverso l’attualizzazione un segno linguistico si orienta verso un oggetto, questo è il momento di traduzione dall’identità (per es.: uomo) e l’ipsità (per es.: l’uomo). Per Coseriu la discriminazione rappresenta la totalità delle operazioni che vanno oltre il livello d’attualizzazione, attraverso le quali la denotazione si orienta verso un gruppo possibile o reale di singoli enti. Esistono tre subcategorie della discriminazione. La quantificazione, la selezione e la situazione con le attinenti operazioni. Attraverso la quantificazione si fa riferimeto all’enumerabilità degli oggetti indicati. Attraverso la selezione si crea la specificità degli oggetti: mentre dunque con la selezione si delimita solo un gruppo di “qualcosa” (“cerco casa”), la selezione implica che gli oggetti siano particolari o individuati (“cerco la casa di cui mi è stato detto”; “cerco la casa di mio pfratello”). Attraverso la situazione gli oggetti vengono collegati con possessivi a delle persone (“casa tua”) o con espressioni diettiche locali o temporali (“questa casa”) Coseriu definisce discriminazione le diverse possibilità di limitazione delle opzioni di enominazione e dunque in opposizione alla discriminazione, che invece implica la precisazione degli oggetti di riferimento restando costanti le possibilità di enominazione. Anche nel caso della discriminazione si possono distinguere tre categorie: l’esplicazione, la specializzazione e la specificazione. Attraverso l’esplicazione si mettono in evidenza alcune caratteristiche proprie dell’oggetto designato che mantiene la propria identità (“l’oceano vasto”). Con la specializzazione è possibile determinare i limiti interni od esterni del determinando: “l’uomo intero”;”Goethe come poeta”. Attraverso la specificazione, infine, si riducono le possibilità di denotazione di un segno linguistico grazie all’aggiunta di ulteriori caratteristiche non contenute nella significazione semantico-intensionale (ovvero nel significato a livello di sistema): “il giovane biondo”; “gli uccelli acquatici”. L’identificazione permette la specificazione del contenuto sematico di una forma come in “squadra di calcio”, “Nuova York” e “Córdoba in Argentina”. Queste diverse operazioni di determinazione servono a porre segni linguistici in relazione con oggetti contingenti. Per quanto riguarda la comunicazione verbale sono rilevanti anche diversi altri tipi di riferimento che Coseriu chiama dintorni. Tradizionalmente nota è la differenza fra lingua e contesto, in parte da precisare a secondo che si parli da un lato di contesto verbale oppure dall’altro di contesto extraverbale (o situativo). La ben nota opposizione tra contesto extraverbale e cotesto verbale fu introdotta da J. Catford. Una definizione più precisa offre anche Bühler grazie al termine, derivato dalla scienza cromatica, degli Umfelder (it.: campi intorno, dintorni). La classificazione attuata da Coseriu per differenziare i diversi dintorni è bensì più dettagliata e particolareggiata. Coseriu individua in prima istanza quattro campi principali di dintorni, contraddistinti in primo luogo dal parlare concreto e dal locutore (situazione), in secondo luogo dal segno linguistico e dalla sua posizione di riferimento nel sistema (regione) ed in terzo luogo dal segno linguistico contingentemente usato nel testo e dai suoi “dintorni” verbali (contesto) e finalmente da un sistema di riferimento intermarginale (universo del discorso). In particolare Coseriu distingue i seguenti dintorni: a) La situazione. Questo concetto, usato nella linguistica testuale e nella pragmatica in parte in modo assai vago e non omogeneo, è definito da Coseriu in senso restrittivo: “La situazione ha a che vedere esclusivamente con situazioni e relazioni nel tempo e nello spazio che hanno origine dal parlare concreto stesso, vale a dire dal dato di fatto che qualcuno parli con qualcun altro in un certo posto ad un certo momento a proposito di qualcosa.” Si tratta dunque dell’origo del locutore nel senso di Bühler, ovvero dell’hic et nunc di chi parla e della costellazione di fatti che ne risulta. b) La regione. Il concetto cumulativo di regione si riferisce ai siti e le aree, entro cui un segno linguistico svolge una funzione in sistemi semantici definiti. A questo proposito Coseriu delinea i concetti subordinati di zona, campo e dintorno. Come zona s’intende l’area in cui è conosciuto il segno linguistico (si tratta dunque del confine spaziale della lingua). Il campo è l’area culturale nella quale sono noti gli oggetti designati. Il dintorno in fine è “la regione definita in senso sociale o culturale come ad es.: la famiglia, la scuola, il gruppo degli esercitanti la stessa professione o la casta”. c) Il contesto. Coseriu individua tre tipi di contesto, il contesto della lingua singola e concreta (contesto linguistico), il contesto del discorso ed il contesto al di là del discorso. Il primo consiste dei segni linguistici della lingua in cui è stato redatto il testo. Il contesto del discorso equivale grosso modo a quanto si definisce come cotesto, per quanto si debba differenziare più precisamente fra il cotesto immediato e quello mediato da altri segnali, vale a dire fra intervalli continui di distanza fra le singole parti del testo. Inoltre occorre distinguere il contesto (del discorso) positivo e quello negativo: quest’ultimo si riferisce a quanto, non essendo stato detto, ci si sarebbe aspettati (magari a causa di una certa tradizione o ad un uso) e che si può quindi avvertire come “mancante”. Per quanto riguarda il contesto al di là del discorso Coseriu riconosce un contesto fisico che si riferisce a “quelle cose cui il segno linguistico aderisce” e lo distingue dal contesto empirico, vale a dire dagli oggetti ed avvenimenti a conoscenza dei partecipanti alla comunicazione nel momento e nel luogo in cui essa ha luogo; il contesto naturale consta nella conoscenza del mondo naturale; con contesto pratico od occasionale si può fare riferimento grosso modo alle caratteristiche pragmatiche del testo in questione, ovvero a quegli elementi che sorgono dalla situazione comunicativa e dalla relazione fra il recipiente del testo ed il produttore e dall’occasione contingente del parlare concreto. Se si considerano le conoscenze del locutore da una parte e del recipiente dall’altra è da menzionare un ulteriore contesto al di là del discorso: il contesto storico, da suddividere in contesto storico-particolare, riferendosi alla storia di una piccola comunità, e, riferendosi ad una nazione tutta, ad una comunità culturale maggiore o all’intera umanità come comunità culturale, in contesto storico-universale. In aggiunta si può distinguere nell’ambito del contesto storico la dimensione attuale da quella non attuale, poiché, similmente a quanto avviene nel caso della situazione – nella quale è necessario distinguere la situazione immediata da quella mediata (quest’ultima permette la deissi al fantasma secondo K. Bühler) – anche nel caso del contesto storico è possibile traslare il riferimento storico sul livello dell’inattualità. In fine esiste anche un contesto culturale che comporta le tradizioni culturali di una comunità sociale. d) Il contesto del discorso. Il contesto del discorso è “il sistema dei significati a cui il testo è intrinseco e dal quale esso riceve la propria validità ed il suo senso proprio” (Coseriu 1994, 128). Queste differenziazioni sono molto precise affinché si possano utilizzare nello studio di ogni testo. Nel caso di testi scritti, i campi contestuali si riducono di numero: alcuni si devono considerare unitamente, altri offrono possibilità di differenziazione più ridotte. Ad esempio la situazione risulta fissata attraverso il testo stesso, mentre invece è caratterizzata da una maggiore dinamicità nella comunicazione orale fra diverse persone. In compenso però testi scritti possono creare situazioni immediate attraverso altri segnali. Anche altri campi contestuali esistenti nella comunicazione orale, devono essere segnalati o resi verbalmente in forma scritta. Contemporaneamente si possono estendere in aggiunta i campi del contesto di testi scritti involvendo ne la performanza: Attraverso il passaggio dal testo scritto e chi lo (ri)legge ad altri recipienti (o pubblicamente) si possono raddoppiare le dimensioni della situazione. Lo schema seguente illustra e ricapitola i diversi tipi di dintorni contestuali:

“Determinación y entorno. Dos problemas de una lingüística del hablar”, Romanistisches Jahrbuch VII, (1955-56) 29–54. Traduzione tedesca in: “Determinierung und Umfeld”, in: Eugenio Coseriu, Sprachtheorie und allgemeine Sprachwissenschaft. 5 Studien, München: Fink 1975, pp. 253-290, trad. da Uwe Petersen.